Un antico anonimo diceva che le parole sono le armi più potenti che abbiamo. Aveva ragione: le parole portano suoni, evocano immagini, anticipano scenari, realizzano sogni. La comunicazione – interna – è la via a cui affidiamo la diffusione delle nostre parole all’interno dei diversi tessuti organizzativi come passaggio fondamentale per informare, ingaggiare, far conoscere e così poter tradurre in azioni, attività e senso la vita di tutti i giorni nelle aziende. Forse è chiesto oggi a chi governa la comunicazione interna in azienda un ruolo diverso, la possibilità di arrivare a ciascuno in modo personalizzato, e la ricerca del tempo e delle parole più adeguate con cui farlo. È necessario invertire la tendenza. In altre parole, è cambiato il paradigma della comunicazione in azienda: è l’informazione che deve arrivare direttamente alla persona e non viceversa.
Tuttavia, oggi siamo di fronte al baratro dell’indifferenza e del disingaggio rispetto alle modalità con cui la comunicazione è costruita e distribuita (a seguire vedremo alcuni dati importanti al riguardo). C’è però un grande patrimonio di valore – da tutelare – nei diversi contenuti che, per lo più, viene completamente ignorato e quindi non riesce a trasferire sulle persone l’impatto che meriterebbe.
Registriamo CTR e dati di ingaggio che, nella media, non superano il 5% e questo tradotto in contesto significa che più di 9 persone su 10 non sanno letteralmente nulla di quanto viene comunicato.
Sottolineiamo qui tre elementi su cui è possibile lavorare per migliorare l’impatto e l’efficacia della nostra comunicazione interna:
Per trovare una sintesi, oggi serve amplificare, rendere esponenziale qualcosa che è lineare; quindi, per una comunicazione interna efficace è necessario raggiungere tutte le persone e con le informazioni di cui hanno più bisogno, in modo personalizzato e misurandone poi l’efficacia.
Realizzare questo tramite strumenti tradizionali, quali ad esempio le e-mail, è impossibile!
Non solo hai la chiara impressione che le e-mail che invii ai tuoi team o a tutte le tue risorse stazionino sempre nella pila “ancora da leggere”, ma stai realizzando sempre più che quei messaggi di comunicazione interna finiscono totalmente e definitivamente inosservati, ti ritrovi? Mi spiace, ma le tue sensazioni sono proprio corrette, è così, e i dati ce lo dimostrano.
Abbiamo potuto analizzare, con una ricerca, una popolazione numericamente molto significativa di oltre trecentomila utenti di aziende italiane, lavorando su dati di utilizzo reali di Microsoft 365.
Che cosa emerge?
Innanzitutto, ogni giorno il 28% delle mail sono totalmente ignorate, ovvero non solo non vi è alcun tipo di interazione ma non vengono proprio né aperte né lette. Inoltre, abbiamo rilevato come quanto maggiore è il numero dei destinatari di una comunicazione (DEM, email) tanto maggiore è la percentuale che questa sia ignorata.
uale può essere allora una soluzione affinché i messaggi non vengano ignorati?
Grazie ad un lavoro profondo di analisi, di monitoraggio e approfondimento delle abitudini e dei comportamenti più diffusi delle persone in relazione a questo specifico bisogno, abbiamo ridisegnato e declinato una possibile, e interessante, soluzione: si tratta di una piattaforma digitale (SaaS e white-label) che permette in piena autonomia – a livello di creazione dei contenuti e di stile – di raggiungere ogni target “outside the box” (letteralmente non solo fuori dagli schemi ma anche da caselle o qualsiasi repository) con messaggi contestuali e personalizzati che non solo catturano l’attenzione ma incoraggiano (in tecnichese si parla di nudge-tech) a intraprendere azioni e attività.
Non è fantasia o un mondo parallelo, è molto più semplice, accessibile e sostenibile: con hi platform le comunicazioni e le informazioni arrivano direttamente alle persone (senza il bisogno di alcun click o azione in più) nel momento più idoneo (lo decidi tu come editor o chi li riceve) e con un tasso di adozione (non devi infatti aprire nulla) e di risposta alle call to action che si attesta ben oltre il 50% (10 volte tanto!).Mi piace quando l’innovazione è social, non nel senso più comune del termine, ma inteso come impatto sociale (cioè di relazione) e con cui cambi qualcosa, in meglio, nella vita (lavorativa) delle persone. Per i comunicatori, rendendo finalmente esponenziale la diffusione del loro sforzo creativo; per i destinatari mettendoli in condizione di fare quel passo in più incontro alla conoscenza e partecipazione ad un mondo di cose belle.